La medicina veterinaria ha una storia antichissima perché ha accompagnato l’uomo sin dall’inizio della domesticazione di alcune specie animali. Con la diversificazione e la specializzazione di animali come i cavalli, i cani, i gatti, i bovini, gli ovini, i caprini e i bufalini, la veterinaria si è adattata e per certi versi ha guidato questo processo. Il cavallo, da animale da lavoro utilizzato anche nelle guerre, si è trasformato lentamente in animale da sport e d’affezione, e lo stesso è avvenuto per i cani. Poi la medicina veterinaria si è occupata di controllare le malattie infettive che si trasmettono all’uomo (zoonosi) e della salubrità degli alimenti di origine animale.
Nei tempi moderni troviamo medici veterinari nell’industria farmaceutica e in quella che si occupa di alimenti zootecnici, nella sanità pubblica, e nella medicina che si occupa degli animali d’affezione e di quelli allevati per produrre cibo per l’uomo.
Quello che però forse non si è evoluto è come sono organizzati i corsi di studio di medicina veterinaria, perché con un unico percorso didattico si possono laureare e iscrivere ad un ordine professionale veterinari che poi faranno le più disparate scelte professionali, a prescindere dall’aver frequentato poi una scuola di specializzazione.
A complicare ulteriormente la questione è la contemporanea presenza nelle aule didattiche della medicina veterinaria di studenti e professori con visioni morali spesso diametralmente opposte. Taluni mal vedono l’antropomorfizzazione degli animali d’affezione e altri detestano il solo pensiero che si possa allevare un animale per mangiarlo. Molti insegnanti si trovano in grande difficoltà soprattutto nel gestire studenti radicalizzati su posizioni animaliste estremiste o, al contrario, molto critiche verso un certo modo di “gestire” gli animali d’affezione.
Cosa fare allora? Dividere i percorsi didattici fin dall’inizio tra quelli che si occuperanno di animali d’affezione e quelli che sceglieranno gli animali da reddito? Non rendere obbligatori insegnamenti e tirocini che potrebbero urtare alcune suscettibilità morali?
Si discuterà di questo nel webinar “L’organizzazione dei corsi di studio di medicina veterinaria è ancora attuale?“, che si terrà il 19 giugno 2023 alle 19.00 sulla piattaforma Zoom, in cui avremo come ospiti:
- Maurizio Monaci, dell’Università di Perugia
- Arcangelo Gentile, dell’Università di Bologna e presidente della Word Association for Buiatrics (WAB)
- Pasqualino Santori, presidente dell’Istituto di Bioetica per la Veterinaria e l’Agroalimentare (IBV-A)
- Marco Spagnolo, buiatra libero professionista
- Francesco Proscia, Federation of Veterinarians of Europe (FVE)
- Alessandro Fantini, direttore di Ruminantia
Ma importante sarà anche il contributo che tutti i partecipanti vorranno dare alla discussione!
Il webinar è aperto a tutti previa iscrizione a questo link https://us06web.zoom.us/meeting/register/tZIlfu2hrzMvHNP9IPIHVFl9TcIqCzXpDPRa
Vi aspettiamo!